![]() Ricco proprietario terriero, studia negli Stati Uniti e in Europa. Tornato in Messico, si impegna nella politica del suo paese sostenendo un programma di riforme politiche e sociali in opposizione al presidente Porfirio Diaz, cui si oppone per via dei metodi dittatoriali di governo adottati. Presenta la sua candidatura alle elezioni presidenziali dell’aprile del 1910. Nel luglio di quello stesso anno, durante la campagna elettorale, viene fatto arrestare e imprigionare dal presidente Diaz. Riesce ad evadere dalla prigione e dà vita insieme a Pancho Villa e a Emiliano Zapata alla lotta armata contro il governo (novembre 1910). Conquista nel mese di maggio del 1911 Ciudad Juarez e vi stabilisce il suo governo, costringendo Diaz alle dimissioni (26 maggio). Il primo ottobre Madero assume la presidenza della repubblica. Non riesce tuttavia a contenere la corruzione dilagante dei funzionari di governo e della burocrazia e ad attuare quindi le riforme sociali e politiche programmate. Si trova così a dover fronteggiare due rivolte, la prima, popolare, capeggiata da Emiliano Zapata nel sud; l’altra, militare, diretta dal nipote dell’ex presidente, il generale Felix Diaz nel nord del paese (1912). Il 9 febbraio del 1913 insorge anche il presidio militare di Città del Messico, e poco dopo gli si rivolta contro il suo stesso comandante V. Huerta. Viene arrastato dagli insorti (19 febbraio) e fucilato a tradimento dopo tre giorni. cura di
Mauro .
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