DALLA MEMORIA ALLA FIABA
SAN DONATO MILANESE SI RACCONTA

Il Comune di San Donato Milanese ha organizzato, per l’anniversario del riconoscimento da parte dell’ONU della carta dei diritti del bambino(1), una serei di manifestazioni culturali e ha chiesto agli studenti dell'ITSOS di realizzare un CD-Rom.
All'interno di questo progetto le ragazze e i ragazzi della 2A si sono occupati di ideare e realizzare alcune interviste a testimoni: ciò è stato il pretesto per lavorare in generale sulla questione delle fonti ed in particolare sulla Storia Orale. 
I ragazzi hanno poi deciso di restituire la ricerca sul WEB della scuola. 
 

La cornice didattica
Il Piano di lavoro di quest'anno
la mappa metodologica
Alcune osservazioni sul tema delle testimonianze
Gli obiettivi
La ricerca didattica
Ricerca didattica e museo
Comunità d'Apprendimento e biblioteca

 
 









La cornice didattica

     Il lavoro si inserisce all’interno della programmazione di Geostoria del biennio, fondata principalmente sulle seguenti caratteristiche:

A. il curricolo reticolare(2) che ha le seguenti caratteristiche di fondo:

  1. sul piano storiografico assume quale angolazione prospettica privilegiata la Storia Contemporanea (XIX° e XX secolo) e più in particolare per quanto riguarda il Novecento le condizioni dei diversi Nord e  Sud del Mondo, alla luce dei processi attuali di mondializzazione.
  2. sul piano didattico, e più precisamente sul piano dei criteri di organizzazione dei contenuti, si sposta dall’impianto a moduli,  verso un impianto a rete, procedendo dalle maglie più larghe a quelle più fitte. Ciò significa che la scelta e il criterio degli argomenti inseriti nel curricolo seguono tre condizioni:
  • gli argomenti iniziali saranno quelli che comportano un numero relativamente ristretto di concetti-chiave (i temi a maglie larghe) e quindi più semplici, ad esempio l’U.D.B sulle diverse proiezioni cartografiche; gli ultimi argomenti saranno i più complessi e saranno quelli che richiedono un maggior numero di concetti-chiave (i temi a maglie più fitte) ad esempio i “recenti” processi di mondializzazione.
  • rispetto al problema delle scale spaziali, per quanto l’impostazione sia particolarmente vicina alla World History, si fa attenzione a presentare dei diversi argomenti una pluralità di scale, passando da quelle planetarie, a quelle europee e soprattutto nazionali.
  • Anche per quanto riguarda la questione delle scale temporali, si privilegiano argomenti legati  a dinamiche di lunga durata, argomenti intesi come cornici, che dovrebbero rendere possibili approfondimenti (spesso di tipo laboratoriale) su temi e sotto-temi di durata più breve. In particolare il metodo (favorito anche dal particolare libro di testo) si fonda sulla presentazione di un argomento osservato nelle sue linee generali nel presente, studiato alle sue origini e nel suo svolgersi nel passato, pensato, attraverso momenti di riflessione, per quanto riguarda il futuro. In questo modo si evita il rischio che lo studio della Storia Contemporanea sia inteso come studio del presente, cioè si evita il rischio di scadere nell’eventografia, se non addirittura nella cronaca.


B. Il laboratorio di storia, individuato come momento indispensabile e qualificante all’interno dell’attività curricolare. 
Una sperimentazione dell’insegnamento della storia che fa quindi regolarmente ricorso (non in modo straordinario) ad attività laboratoriali tese a favorire – attraverso tecniche didattiche di tipo  costruttivista – un apprendimento della storia basato non solo attraverso la conoscenza dei fatti e degli avvenimenti, ma soprattutto grazie ad un operare in prima persona da parte degli studenti sia attraverso il metodo della ricerca didattica che della didattica per progetti.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 

La rappresentazione del pianeta

1 La rappresentazione cartografica
   - La proiezione Mercatore
   - La proiezione Peters

2 La rappresentazione statistica
   - Gli indicatori socioeconomici
 

Materiali:
Filmati, lucidi, fotocopie, 
carte geografiche.

I Nord e i Sud del Mondo

1 La fine del  concetto
   di Terzo Mondo

2 I diversi Sud del Mondo

3 Il divario tra i Nord e i Sud
 
 

Materiali:
Manuale, filmati, CD-Rom, lucidi.

Migrazioni

1 La questione oggi

2 Gli spostamenti umani: per
   tipologia e nel corso della storia
 
 

Materiali:
Manuale, filmati, lucidi, fotocopie, 
carte geografiche, grafici, 
CD-Rom, interviste.

La questione demografica

1 La questione oggi

2 L’andamento demografico nel corso della storia

3 Demografia, risorse e sviluppo
 
 

Materiali:
Manuale, filmati, lucidi, fotocopie, 
carte geografiche, grafici.

La questione delle risorse






1 La questione ambientale

2 La produzione alimentare

3 Le biotecnologie
 
 

Materiali:
Filmati, lucidi, fotocopie, 
carte geografiche.

Dalla rivoluzione industriale ai processi di mondializzazione

1 La robotizzazione

2 Le diverse globalizzazioni

3 Le diverse fasi della riv. Ind.

4 Mondializzazione e Sud del mondo
 

Materiali:
Manuale, lucidi, fotocopie

Dalla memoria alla fiaba.
San Donato si racconta

Unità di lavoro sull'uso delle fonti nella ricerca didattica all'interno di un progetto per la realizzazione di un CD-Rom commissionato dal Comune di San Donato.
In particolare gli studenti della 2A lavoreranno sulle fonto orali.
 
 
 

Didattica per progetti
Attività di laboratorio

Creazione di pagine WEB nel sito dell'ITSOS







Creazione di alcune pagine WEB per descrivere il percorso didattico compiuto realizzando il progetto Dalla memoria alla fiaba. San Donato si racconta
 
 
 

Didattica per progetti
Attività di laboratorio 

Le ultime due unità (prevalentemente laboratoriali) si sono svolte lungo il corso di tutto l’anno scolastico e si sono affiancate (intrecciate) quindi allo svolgimento delle precedenti. 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Alcune osservazioni relative al lavoro sulle testimonianze

  1. Le interviste hanno lo scopo di presentare, all’interno del CD e sul WEB, da una parte una situazione antropologico/sociale caratterizzata da una molteplicità di presenze risultato di successivi flussi migratori, dall’altra di sondare - attraverso lo strumento della Storia Orale – le principale trasformazioni che il tempo ha provocato nei costumi, nei modi di vita, sul territorio, a San donato Milanese. 
  2. Il primo lavoro è stato quindi quello di studiare cosa è avvenuto a San Donato nel tempo (abbiamo scelto come periodo il secolo XX°) e individuare i passaggi significativi: a tal proposito abbiamo ipotizzato che un punto di osservazione particolarmente proficuo potesse essere quello relativo all’organizzazione produttiva e quindi uno snodo strategico potesse essere il passaggio dalla società agricola a quella industriale e infine a quella postindustriale. Una volta individuati i momenti più significativi della storia di San Donato (abbiamo trovato  utile lavorare su una semplice, ma esauriente cronologia) è stato necessario ipotizzare le tipologie dei testimoni ( una mondina? Un operaio? Un  impiegato?). 

  3. A questo proposito abbiamo deciso di rispettare i tre seguenti criteri:
  • La variabile di provenienza (il contadino inurbato dalle campagne sia settentrionali che meridionali negli anni cinquanta; il meridionale; lo straniero)
  • La variabile di genere (la mondina, l’operaio, ecc.)
  • La variabile di generazione (l’anziano, il bambino, l’adolescente, ecc.).
  1. Una volta individuata la tipologia dei testimoni abbiamo provato a strutturare il testo dell’intervista, individuandone i temi e le problematiche (il lavoro, la scuola, i sentimenti, ecc.) più in concreto le domande da rivolgere alle nostre fonti.
  2. Un momento importante della ricerca è stata la costituzione dei gruppi di lavoro che, improntati secondo le tecniche del lavoro collaborativo e attraverso le tre diverse strategie di scrittura cooperativa  ( parallela, sequenziale e reciproca),  hanno proceduto ad organizzare il testo delle interviste.
  3. Solo a questo punto della ricerca è stato possibile procedere con le vere e proprie interviste.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Alcuni obiettivi
   di tipo storico-metodologico
  1. Capire quali sono le trasformazioni di tipo produttivo (economico) e/o politico, che comportano trasformazioni per quanto riguarda gli insediamenti umani sul territorio e quindi le relazioni sociali;
  2. conoscere i più importanti problemi originati - per quanto riguarda le relazioni umane e la convivenza – dai nuovi insediamenti. (Inserimento sul territorio, problemi legati al lavoro, alla casa, all’essere accettati, al razzismo, alla difficoltà della lingua, ecc.);
  3. saper leggere la relazione tra flussi demografici e condizioni economiche (è vero che ad ogni trasformazione produttiva corrisponde un cambiamento demografico? Dall’agricoltura all’industria/dall’industria al postindustriale/ecc.);
  4. conoscere l’importanza delle fonti per quanto riguarda la ricerca storica; 
  5. conoscere le prerogative delle fonti orali e saper individuare domande legittime e significative da porre ai testimoni stessi; 
di tipo operativo
  1. individuare la tipologia dei testimoni e cercarli;
  2. strutturare l’intervista;
  3. realizzare le interviste da inserire nel CD-Rom. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La ricerca didattica

Il lavoro ha proceduto seguendo le direttrici fondamentali specifiche di ogni ricerca didattica: in sintesi le fasi della progettazione sono state cinque:

  1. La motivazione, nel nostro caso, è stata fornita da una parte dalla richiesta di realizzare un CD-Rom  da parte di un committente esterno alla scuola, il Comune di San Donato, dall’altra dallo spazio WEB – alla voce Ragazzi all’opera - che la scuola ha messo a disposizione degli studenti. In questa fase si sono individuate le preconoscenze degli studenti, per individuare i loro stereotipi e i loro pregiudizi; attraverso la tecnica dei brainstorming e delle mappe (prima ingenue e poi esperte) si è proceduto a un serrato confronto tra le diverse ipotesi dei compagni, utilizzando in modo proficuo il metodo del “conflitto cognitivo” per giungere a formulare un’ipotesi collettiva di lavoro;
  1. Con la messa a fuoco si sono individuati i temi e i concetti più importanti della ricerca e si sono stabiliti anche i metodi e le procedure della ricerca stessa oltre che le fonti da utilizzare. E’ in questa fase che si sono organizzati i gruppi di lavoro con i rispettivi compiti; 
  1. Con la fase dell’acquisizione è iniziata la fase operativa della ricerca: i gruppi di lavoro hanno reperito documenti, materiali, fonti e strumenti al fine di acquisire il saper per confermare o smentire le ipotesi di partenza. Questa fase è forse quella dove maggiormente la ricerca si è configurata attraverso il laboratorio: laboratorio fisico  in senso ristretto, l’aula attrezzata del laboratorio scolastico, e in senso allargato, il territorio; laboratorio come spazio mentale in conseguenza del suo essere percorso di ricerca e del suo approccio metodologico. In questa parte della ricerca si sono effettuate alcune uscite didattiche: un primo sopraluogo al Comune di San Donato Milanese, che ha permesso ai ragazzi di entrare in contatto con la struttura amministrativa e con i più importanti uffici comunali come l’Ufficio Anagrafe, l’Archivio, l’Ufficio Stranieri, ecc.; una seconda uscita alla Cascina Roma ed una terza al Museo di Cultura Materiale, la Cascina Carlotta di san Giuliano Milanese, dove i ragazzi hanno avuto la possibilità di lavorare sulle fonti materiali. A più riprese, poi, gli studenti hanno intrapreso ricerche presso biblioteche ed altri centri di documentazione (ad esempio l’ISTAT per quanto riguarda i dati relativi all’aspetto demografico). 
  1. La fase della socializzazione consiste in un momento importante di sintesi e di verifica del percorso prima ideato e poi realizzato.  E’ questo il momento in cui si è messa in atto la comunicazione intersoggettiva delle conoscenze acquisite. Si è cioè chiesto ai diversi gruppi di lavoro di progettare forme e modi per comunicare quanto “scoperto” lungo la ricerca, per far emergere ulteriori dubbi e perplessità. In questa fase assume particolare importanza la visibilità del lavoro sul WEB e la possibilità di ascolto delle interviste ai testimoni.
  1. La fase della verifica dei risultati acquisiti durante il percorso ha concluso la ricerca. Gli studenti sono stati invitati ad un’ultima riflessione metacognitiva sul percorso della ricerca, sui metodi e sulle procedure utilizzate. I ragazzi trasferiranno il loro prodotto – le interviste ai testimoni e la realizzazione del WEB – in un altro contesto spazio-temporale, la classe 4 D, che utilizzerà il loro lavoro all’interno della produzione del CD-Rom.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ricerca didattica e museo.

Come già detto questo lavoro è stato organizzato ad un tempo attraverso il metodo della ricerca didattica e della didattica per progetti, dall’altro grazie ad un insegnamento di Storia che ha fatto fortemente ricorso ad attività di tipo laboratoriali. 
Significativa e proficua, a questo proposito, è stata la visita al Museo di Cultura Materiale situato presso la Cascina Carlotta di San Giuliano Milanese che, a mio avviso, è stata una dei momenti più produttivi di tutta la ricerca didattica. 

Il rapporto tra scuola e museo si è innestato sulla consapevolezza [....] dell’insufficienza degli strumenti tradizionali di trasmissione del sapere, a partire dalla lezione “frontale” che nel manuale ha un punto di riferimento preciso(4). Uscire dal mondo chiuso delle aule scolastiche, aprirsi al contatto diretto con quel contenitore privilegiato di beni culturali che è il museo, nel nostro caso un museo di Cultura Materiale, è stato per la 2A fortemente stimolante: la visita ha avuto molteplici obiettivi, da una parte è servita come momento di studio in generale sulle fonti materiali, dall’altra come momento di vera e propria ricerca di documentazione al fine di organizzare sia il proprio sapere sulla civiltà contadina degli inizi del ‘900 che la parte più specifica sulle fonti materiali attinente al WEB. 

In questa parte della ricerca si sono innescati processi di apprendimento attivo e gli oggetti esposti al museo hanno partecipato a costruire una conoscenza diversa da quella acquisita tradizionalmente nell’aula scolastica. 
La vista è stata organizzata attorno ad un tema preciso: osservare le trasformazioni che il tempo  (la Storia e gli uomini più precisamente) ha prodotto nella società contadina della campagna lombarda. Ai ragazzi, ancora una volta, è stato chiesto di comportarsi come dei piccoli storici, cioè di compiere in prima persona alcune delle operazioni tipiche della ricerca storica, sia pure con le necessarie semplificazioni che attengono all’ambito della didattica piuttosto che a quello della scienza .
Non ci si è recati quindi al museo per acquisire nuove conoscenze (o solo per), ma l’obiettivo principale è stato quello di riuscire a sviluppare strutture di pensiero autonome (visivo, storico, antropologico, ecc.) attraverso la consultazione delle fonti materiali lungo le direttrici della ricerca sopra descritta. In altre parole gli studenti si sono comportati con le fonti materiali così come hanno fatto con le fonti orali: hanno incominciato ad interpellarle, hanno cioè individuato quelle domande (le stesse che si pone lo storico) più significative e legittime per decodificare, decifrare, il messaggio in potenza nell’oggetto: messaggio naturalmente non esplicito come quello relativo al testo linguistico, messaggio che può dare risposte solo se l’interrogazione della fonte è stata formulata correttamente.
In sintesi le fonti sono state interrogate al fine di ricevere esaurienti risposte:

  • In relazione alle trasformazioni per quanto riguarda i processi produttivi e i processi di proprietà;
  • In relazione alle trasformazioni delle caratteristiche tecnologiche;
  • In relazione alle trasformazioni delle caratteristiche dei materiali;
  • In relazione alle trasformazioni dell’organizzazione sociale;

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Comunità d’apprendimento e biblioteca

Una delle raccomandazioni alla quale giungono per vie diverse il Documento della Commissione dei “Saggi”, il disegno di legge sul riordino dei cicli scolastici e il Regolamento sull’autonomia scolastica, è quella di unire la qualità della formazione individuale, il successo scolastico e l’innovazione metodologica, con la predisposizione di ambienti per l’apprendimento al fine di permettere allo studente di raggiungere il successo scolastico e di acquisire capacità di autonomia e di giudizio critico.

All’impianto metodologico è riservata grande attenzione, impianto che deve prevedere, attraverso una diversificazione di percorsi formativi la creazione di ambienti idonei all'apprendimento che abbandonino  la sequenza tradizionale lezione - studio individuale - interrogazione per dar vita a comunità di discenti e docenti impegnati collettivamente nell'analisi e nell'approfondimento degli oggetti di studio e nella costruzione di saperi condivisi. Queste comunità dovranno essere caratterizzate dal ricorso a metodi di insegnamento capaci di valorizzare simultaneamente gli aspetti cognitivi e sociali, affettivi e relazionali di qualsiasi apprendimento (5). Così Roberto Maragliano sintetizza nel Documento dei Saggi il passaggio dall’insegnare all’imparare ad apprendere: si suggerisce quindi di costituire il profilo formativo dello studente attraverso esperienze motivanti e piacevoli, modi di apprendere gratificanti che lo vedano partecipe e responsabile in prima persona del proprio processo di apprendimento. 

Nel corso della nostra ricerca, il ricorso alla biblioteca, non solo scolastica, è stato uno strumento che ha agevolato l’innovazione per quanto riguarda i processi di apprendimento.  La biblioteca, ma in genere qualsiasi centro di documentazione – per antonomasia ambienti di apprendimento – hanno aiutato a capovolgere il già citato rapporto lezione-studio-interrogazione e a restituire protagonismo allo studente nel tentativo di rendersi indipendente lungo il percorso di acquisizione del sapere, appropriandosi non solo di contenuti, ma di procedure che gli potessero insegnare a rendersi autonomo e responsabile. 
Ancora una volta l’insegnante, ha abbandonato il suo ruolo direttivo ed ha abbracciato ad un tempo pratiche di scaffolding cognitivo, attraverso la guida, il sostegno, la problematizzazione, la consulenza e la critica sull’operato dello studente, dall’altro procedimenti che hanno fatto ricorso allo scaffolding affettivo, restituendo motivazione allo studente con il quale si sono instaurate relazioni sempre meno improntate gerarchicamente e sempre più fondate su meccanismi di empatia, dove la conoscenza è sempre più stata co-costruita e dove la realtà è sempre più stata co-interpretata

La biblioteca quindi come vera e propria Comunità d’apprendimento, luogo per eccellenza che segna il tramonto dell’aula tradizionale e della lezione frontale, e che trasforma lo studente da ricettore passivo di informazioni in ricercatore e organizzatore, attraverso i suoi tempi e i suoi stili cognitivi, del proprio percorso d’apprendimento, luogo dove, in un clima disteso il sapere viene co-costruito attraverso la sua negoziazione e la condivisione di procedure e attraverso la riflessione metacognitiva del percorso di studio e di ricerca.