CARBONCHIO E ANTRACE


Si preferisce il termine antrace per l'infezione umana e carbonchio per quella degli animali, ma l'agente è lo stesso, il Bacillus anthracis.
L'antrace umano è una infezione della pelle o sistemica. Il carbonchio colpisce soprattutto ovini e bovini. E' una malattia che fu studiata da Pasteur data la sua importanza in economia zootecnica. Pasteur per un fortunato errore mise a punto il vaccino giusto. Con questo vaccino fu praticamente eradicato il carbonchio bovino. L'uomo è un ospite accidentale del batterio. Si tratta pertanto di una tipica zoonosi. La forma cutanea dell'antrace è praticamente benigna. La forma cutanea comincia con
  • ponfo tipo puntura di insetto
  • papula edematosa (dopo un paio di giorni)
  • si forma una pustola
  • -la pustola evolve in escara anche se si comincia una terapia antibiotica.Il diametro massimo è 3 cm e c'è una tipica zona necrotica nera al centro.E' indolore.

  • Il batterio entra attraverso una abrasione.
    Finchè l'infezione resta a livello cutaneo, la malattia è benigna. Residua solo una cicatrice. Ma ci sono forme che possono evolvere in meningite o in polmonite, cioè il batterio oltrepassa la barriera cutanea e si riproduce nel sangue dando una grave setticemia. Questa forma è mortale anche se trattata con antibiotici. I sintomi sono tosse, febbre, dispnea. La tossina danneggia i tessuti polmonari e provoca rottura dei vasi sanguigni. I polmoni si riempiono di liquido (edema), compaiono sintomi di soffocamento. Lo shock setticemico porta al coma. Gli antibiotici di scelta sono Penicilline e tetracicline.
    L'antrace era diffusa un tempo in lavoratori che cardavano la lana e che respiravano le spore. Anche la forma gastro intestinale per ingestione di spore ha mortalità elevata. Dopo aver mangiato carne infetta, sopravvengono nausea, dolori addominali, vomito.
    L'apparato intestinale subisce una forte infiammazione, con dolori locali, vomito di sangue e diarrea. I farmaci guariscono la metà dei casi. Le spore vengono ingerite con la carne contaminata.
    Nostre rielaborazioni da un articolo di Gianfranco Bruno, del 13-10-2001. Laboratorio analisi-Ospedale San Salvatore (L'Aquila)