Dal
laboratorio di storia alla progettazione del web: un’esperienza di ragionamento
collaborativo
La seconda parte del percorso,
iniziata agli inizi del primo quadrimestre, è stata quella
di restituire attraverso la produzione di pagine web la precedente esperienza
laboratoriale. Agli studenti è stato chiesto di ritornare,
con la memoria, a quanto appena realizzato nell’ambito del laboratorio
sulle fonti storiche e di pensare ad un prodotto ipertestuale che potesse
raccontare, nello spazio a loro riservato sul web della scuola , quanto
da loro svolto.
In questa fase di lavoro
– dove si sono negoziati la definizione del prodotto, l’organizzazione
della struttura e la scelta delle diverse sezioni che avrebbero costituito
il web – si è proceduto attraverso la tecnica del ragionamento
collaborativo.
Questa pratica didattica
prende spunto dall’assunto che ogni persona acquisisce nuovo sapere, nuove
conoscenze, a partire da quelle già in suo possesso, trasformate,
elaborate, grazie all’interazione costante con la realtà e con i
precedenti processi di apprendimento formale. Le nuove conoscenze - in
generale il cambiamento, nel nostro caso il cambiamento concettuale - sono
quindi il risultato della raccolta e dell’integrazione dei vari frammenti
di conoscenza inseriti e riordinati in un insieme organico e coerente e
dove il momento della riflessione – la cosiddetta consapevolezza metaconcettuale (1);
– riveste un ruolo assai importante: per i ragazzi (ma non solo) infatti
il rendersi conto e il saper riflettere sulle proprie credenze e concezioni,
è condizione indispensabile per poterle modificare.
Il ruolo dell’interazione
sociale nei processi d’apprendimento è ormai riconosciuto e fa parte
del patrimonio della scuola socio-costruttivista che indaga i processi
di apprendimento all’interno delle dinamiche sociali che li caratterizzano
e dove un ruolo importante assumono le relazioni interpersonali, il linguaggio
e la mediazione simbolica. Per Vygotskij(2);
la conoscenza procede innanzitutto a livello interindividuale e solo in
seguito assume un forma interiorizzata personale: in questo modo il cambiamento
concettuale che si realizza è il risultato di un processo che passa
dal piano interindividuale, con la provocazione cognitiva esterna al soggetto
e la modellizzazione di mediazioni possibili che avviene in una comunità
di pensanti, al piano intraindividuale, con la modifica dell’ecologia concettuale
personale richiesta da un apprendimento significativo.(3)
E’ in questo contesto che
si inserisce la pratica della discussione in classe, dove l’interazione
socio-cognitiva può attivare le zone di sviluppo prossimo,(4)
ossia regioni di apprendimento in cui un allievo può “navigare“
con degli aiuti provenienti dal contesto che lo supporta raggiungendo livelli
di funzionamento superiori a quelli che manifesta quando opera senza alcun
sostegno.(5)
Questo modello ci ha guidati
nella progettazione collettiva dell’ipertesto sulle fonti: la discussione
collettiva, argomentativa, attraverso la sua doppia direzione(6)
, ci ha permesso di soppesare criticamente di volta in volta le diverse
idee e ci ha aiutati a formularne di nuove in comune. Questa strategia
didattica, fondata principalmente sulla discussione collettiva, ha considerato
la discussione come ambiente di apprendimento, ambiente dove i diversi
momenti del ragionare – le asserzioni, le confutazioni, ecc. - hanno
restituito potenza al ragionare stesso, trasformando il suo normale procedere
in un processo generativo, di idee, di concetti, di scambi e di cambiamenti.
Ancora una volta quindi, la comunità d’apprendimento come
tecnica di lavoro collettivo, ambiente ideale per il confronto tra i ragazzi,
per la valutazione ragionata dei diversi punti di vista e momento costitutivo
ed indispensabile per incrementare la ristrutturazione concettuale.
Importante quindi, all’interno
di questo contesto costruttivista dell’apprendimento, è il ruolo
che è stato data all’interazione sociale in classe, dove il linguaggio,
la comunicazione linguistica hanno assunto un ruolo indispensabile per
co-costruire significati e per strutturare e ri-strutturare concetti e
conoscenza: discorso, comunicazione, quindi utilizzate non per trasferire
informazioni, ma come veicolo di trasformazione del sapere in proprio possesso,
reso possibile dalla comunità di discorso.
Il ragionamento collaborativo
suddivide socialmente il carico del pensare offrendo opportunità
di fruire di un supporto all’attività cognitiva ed agisce sui livelli
di competenza che si trovano nella zona di sviluppo prossimo degli allievi.(7)
In una classe improntata al metodo del costruttivismo sociale, di fatto
è superata la sequenza “insegnante/libro/verifica” e ogni studente
è messo nella condizione di organizz are il proprio apprendimento
e di ricorrere con frequenza, e in modo appropriato, alla riflessione/metacognizione
sui propri procedimenti cognitivi. Ancora una volta quindi, lo studente,
non più ricettore passivo di informazioni, acquista protagonismo
e responsabilità, mentre l’insegnante perde la sua centralità
quale dispensatore di conoscenze e valorizza le sue capacità
di coordinamento, attraverso tecniche di sostegno e di facilitazione del
dibattito.
Il metodo della discussione,
argomentazione e metacognizione si è applicato in un contesto di
apprendimento innovativo con i ragazzi della 2^A tramite discussioni tra
pari di grande gruppo, la classe intera, e di piccolo gruppo, quattro o
al massimo cinque allievi con capacità e abilità di diverso
livello. In particolare questa metodologia è stata utilizzata nella
fase di Authoring(8) - quando cioè
il lavoro ipermediale è stato progettato e programmato dagli studenti:
momento in cui si sono passate al vaglio le diverse idee, mettendole in
relazione con lo scopo, con le esigenze della committenza e con i “gusti”
di coloro che poi ne avrebbero fruito – ma in particolare durante la progettazione
del grafo (per alcuni copione, per altri story board) premessa ideativa
e ragionativa dell’intero percorsi.
Nel corso della produzione
del grafo, i ragazzi hanno innanzitutto
avuto modo di mettere a confronto quanto si ricordavano della loro esperienza
durante il laboratorio di storia e di creare ad un tempo le premesse per
una progettazione comune, dall’altro la possibilità di formulare
e confrontare le loro diverse ipotesi di lavoro. Nel corso del dibattito,
a più riprese, molte ipotesi previste sono state sostituite, integrate
o migliorate.
Il grafo rappresenta quindi
il risultato di un ragionamento collettivo, ottenuto attraverso un lo scambio
dialogico-argomentativo e ad una molteplicità di negoziazioni: significato
collettivo, frutto di un apprendimento sociale verificatosi attraverso
momenti di co-costruzione (quando un concetto viene presentato e poi condiviso)
e passaggi di opposizione critica (quando invece un’idea non viene accettata).