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L'informazione vittima della guerra
NADINE GORDIMER

In un'epoca in cui l'informazione, grazie alla tecnologia, ha una diffusione incalcolabile, mai raggiunta in passato, questa guerra è stata la più confusa su cui siamo mai stati mal informati.
Per definire i giornalisti al seguito delle truppe in azione si è scelto il più infelice degli aggettivi, embedded, che suona a conferma delle accuse secondo cui avrebbero diviso il letto con le forze alleate, e non avrebbero trasmesso nulla più del consentito, in barba ai mezzi sofisticati a loro disposizione. I giornalisti che non frequentano letti, fanno notare con grande franchezza che non c'è modo di avvicinarsi alla realtà della guerra se non si gode della protezione, quale che sia, di uno o dell'altro protagonista.

(copyright The New York Times, traduzione di Emilia Bonghi)