Seminario di studio
IL
CURRICOLO VERTICALE DI AREA GEOSTORICO-SOCIALE
A cura di Marina Medi
Incontro del 9 maggio 2000
Questo incontro si propone
di uniformare il linguaggio. I concetti da negoziare sono quelli di modulo,
curricolo
e competenze.
Le
teorie del curricolo
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Modello tradizionale.
Parola chiave Programma. Esisterebbe uno studente con una mente vuota e
in questa mente l'insegnante, depositario del sapere disciplinare, pone
il contenuto della disciplina. Non c'è bisogno di programmare, il
sapere si trasmette in modo sequenziale attraverso il manuale, che corrisponde
non a un criterio didattico, ma disciplinare.
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Programmazione per obiettivi
(modello teorico di tipo comportamentista). Questo modello innanzitutto
si pone la domanda di quale sia la finalità dell'insegnamento
e di conseguenza cerca di chiarirsi quali siano i processi mentali necessari
per giungere ad una serie di risultati. Da questo modello si sono costituite
le più importanti tassonomie (conoscenze, abilità,
comportamenti, ecc.) che procedono dal semplice al complesso. Una volta
definite le tassonomie si procede ad individuare gli strumenti
per esercitare gli obiettivi. Questo modello distingue tre tipi di valutazione:
iniziale, in itinere, finale o sommativa.
Meriti della didattica per Obiettivi:
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Senso dell'insegnamento
( non è un travaso di contenuti)
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Evidenziare le responsabilità
dell'insegnante nel successo o no dello studente
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Valutazione come strumento continuo
per adeguare la propria didattica
Critiche alla didattica per
Obiettivi:
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Modello ottimistico del processo
d'insegnamento
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Troppo complesso
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Didattica per concetti o
procedure. (Matrice di tipo cognitivista: Piaget, Ausbel, Bruner, Damiano
ecc.). La conoscenza si struttura in reti, in schemi mentali
che formano una trama mentale e il processo di apprendimento significa
entrare in contatto con questa rete e andare a modificarlo per complessità
(processo attivo e costruttivo). L'insegnante
dovo aver individuato la sua mappa concettuale, individua quali elementi
della mappa concettuale della disciplina trasportare nella mappa concettuale
dello studente (che naturalmente ha già delle preconoscenze e quindi
non è un vaso vuoto da riempire) attraverso la definizione
di una matrice cognitiva durante il momento della conversazione
clinica e grazie al conflitto cognitivo (strumento
che motiva all'apprendimento) e grazie ai diversi linguaggi
e mediatori didattici (modalità e strumenti attraverso
i quali l'insegnante trasmette la conoscenza). I mediatori didattici sono:
pratico
(imparo facendo), iconico (imparo vedendo),
analogico
(imparo giocando) simbolico (imparo leggendo). I linguaggi
sono: verbale (scritto e orale), visivo,
musicale,
audiovisivo
e informatico.
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Programmazione per sfondo
integratore. Modello diffuso nella scuola dellinfanzia e nella scuola
elementare. Tutte le attività si integrano su uno sfondo (una storia
o una situazione ambientale = il bosco).
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Programmazione per situazione.
Tutte le attività si integrano attorno ad una situazione (qualcosa
di reale e non una fiaba).
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Programmazione per progetti.
Progettazione di vasto raggio per dare coerenza alla programmazione, per
dare motivazione agli studenti attraverso la creazione di un prodotto.
Il
curricolo è la programmazione che avviene attraverso
una scelta consapevole,
coerente
(mette assieme 3 elementi: finalità, che cosa e come) e collettiva
(consigli di classe, per materia, individuale, ecc.).
Gli elementi del curricolo
sono:
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(perchè insegno) Finalità:
1) Competenze e capacità; 2) Obiettivi formativi delle Educazioni.
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(cosa insegno?) Contenuti:
cosa studio? Quali sono i Nuclei fondanti? Come scelgo? Posso scegliere
in base alla competenze, o perché sono pregnanti
rispetto allo statuto epistemologico delle discipline. Rifiuto comunque
del sapere enciclopedico e della bignamizzazione/miniaturizzazione.
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